22..9.2020 Fisioterapia. never stop learning


Amo il mio lavoro, non mi stanco mai di ripeterlo, trovo sia bellissimo poter dire che il proprio lavoro è pure una delle proprie passioni.

Uno degli aspetti che mi ha sempre affascinato è il ventaglio infinito di possibilità che abbiamo quando lavoriamo come fisioterapisti.

Mi sono specializzata in terapia manuale, la biomeccanica del corpo umano è cosi affascinante. Amo approfondire le conoscenze in diversi ambiti, ma il mio limite dallo scorso anno è il tempo. Per garantire presenza in studio nonostante le assenze per seguire lo scorso anno il Team BMC e quest'anno Lukas, ho deciso di non intraprendere al momento formazioni che aumenterebbero le assenze in studio e a casa.

Inizialmente ero molto dispiaciuta, l'ho scelto io per mantere un certo equilibrio, ma la vita da allieva mi mancava. Ho però scoperto una cosa, non ho preso parte a grandi formazioni ma ho comunque imparato tantissimo.

Si parla "spesso" di cosa facciamo noi fisioterapisti con i nostri pazienti, clienti, atleti,...ma come ogni relazione è bidirezionale, si dà e si riceve.

Voglio raccontarvi cosa ho imparato io seguendo Lukas durante questo anno e i vari punti sui quali ci siamo chinati a riflettere.

Lukas è un mountain biker professionista, da aprile '19 lo seguo come fisioterapista, fino a dicembre 2019 faceva parte del Team BMC, da Gennaio ha creato il suo team privato e io sono rimasta al suo fianco come fisioterapista.

Seguire un'atleta è diverso rispetto che seguire un paziente. Seguire un atleta in un team privato è diverso che seguirlo all'interno di un team con diverse persone.

Ho sempre pensato che il mio obiettivo numero uno fosse di fare in modo che a livello fisico e mentale l'atleta deve arrivare perfetto al momento della gara, per disputare la gara perfetta. La realtà è diversa. Il troppo perfetto è comunque troppo, è comunque eccesso, perciò non va bene. Inoltre difficile capire i meccanismi, ma a volte è proprio nella giornata nera che dopo la linea di partenza qualcosa si sblocca, qualcosa cambia e tutto gira nel modo giusto e arriva una gara straordinaria, proprio quando meno te lo aspetti. Non è certamente una regola, ma una variante che fa capire come non esiste il vero stato perfetto in un pre gara per fare la gara della vita.

 


Con Lukas ho imparato come a volte il miglior trattamento è stare seduti a chiacchierare e sorseggiare una birra dopo un allenamento intenso, inizialmente questi momenti mi sembravano una perdita di tempo, minuti rubati alla terapia o a lavori più mirati e specifici. Ho poi capito quanto questi momenti sono a volte incredibilmente rigeneranti per il corpo e mente di un atleta sempre sotto pressione. Ho dovuto inoltre "accettare" che una birra a volte vale più di un mio trattamento e il processo non è troppo scontato.

 


L'ambiente in cui si lavora è fondamentale per entrambe le parti, per ambiente mi riferisco al luogo dove si lavora, alle persone che hai attorno nel momento preciso ma anche alle persone che sostengono da casa quando magari noi siamo distanti. In un team microscopico come il nostro se una delle due parti non è più che serena l'altro lo nota e in parte ne risente, come pure la gioia e l'entusiasmo è condivisa. Trovare l'equilibrio nel rispetto delle esigenze di entrambi è stata la chiave per arrivare tranquilli a quelli che sono gli eventi più importanti dell'anno, che speriamo prenderanno parte settimana prossima



Non importa se cadi, non importa quanto sei stanco, se hai un sogno hai sempre la capacità di rialzarti, in un qualche modo puoi trovare l'energia per continuare ad inseguirlo, anche quando tutto sembra andare nella direzione opposta. La forza e la costanza di Lukas è stata per me un esempio, più volte pensare a questa sua capacità di lottare per i propri obiettivi mi ha spronata a mia volta in ambiti diversi.



Ho inoltre capito come caratteristiche quali l'essere emotiva, sensibile, donna in un mondo spesso molto maschile possono essere aspetti positivi, non necessariamente punti che mi rendono più debole. Quello che a volte mi fa sorridere è che nel percorso di aiutare Lukas a migliorare la fiducia nei propri mezzi, lui mi ha aiutata ad essere a mia volta più consapevole delle mie capacità.

L'importanza del conoscere se stessi, dell'ascoltare il proprio corpo, del capire cosa si ha bisogno in un determinato momento, questo è quello che cerco di far capire ogni giorno ai miei pazienti, è il segreto per stare bene, è la chiave del successo di Lukas, anche se a volte è stato forse il suo ostacolo più grande.


Grazie mille Natalie, come sempre foto stupende

https://nataliemelinafotografie.pic-time.com

 
 
 
 
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